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mercoledì 26 marzo 2014

LA MAPPA E IL TERRITORIO: una via flessibile al "dialogo" (parte prima)


"Ci sono due modi di scorrere facilmente attraverso la vita: credere a tutto o di dubitare di tutto. Entrambe ci salvano dal pensare."
 (Alfred Korzybski)

Permettetemi di raccontare una favola. 

La favola di Ignác Fülöp Semmelweis (1818-1865), medico Ungherese conosciuto come il "Salvatore delle Madri". Fin dall'inizio del suo assistentato in Ostetricia, il giovane medico dedicò tutte le sue energie al lavoro in corsia e a continue autopsie, ossessionato dall'elevato numero di decessi delle partorienti per "febbre puerperale". Tutte le autopsie mostravano gli stessi segni patologici, e lui studiava il fenomeno nel tentativo di capire, prevedere e curare la malattia.
La sua prima ipotesi prendeva in considerazione l'aria mefitica delle città (in piena rivoluzione industriale), ma raccogliendo dati sulla mortalità delle puerpere in città, in campagna ed in ospedale, scoprì che la mortalità era maggiore in ospedale.
La sua seconda ipotesi riguardava la morte per autosuggestione, a causa del prete della cappella dell'ospedale che - per dare l'estrema unzione - passava scampanellando per i corridoi.
Poi giunse un'ipotesi rivoluzionaria per l'epoca: la febbre puerperale veniva trasmessa da medici e studenti dell'ospedale. Loro infatti svolgevano autopsie a mani nude e,  immediatamente dopo, visitavano le partorienti in corsia, senza lavarsi le mani.
La conferma della sua "teoria"? Imponendo il lavaggio delle mani, la mortalità passò dall'11% all'1%...
Era il 1847 (14 anni prima dell'Unità d'Italia) e nè risultò una "teoria" sconvolgente, osteggiata proprio dai medici che, per principio, rifiutavano di accettare l'idea di essere essi stessi gli "untori".

Vi state chiedendo qual'è la morale di questa favola? Ebbene, in quel momento storico i batteri e i virus non esistevano !
Mi spiego meglio: nessuno credeva all'esistenza dei batteri. Ci vorranno più di 40 anni perchè la "sconvolgente ipotesi" venga accettata e applicata in modo generalizzato (senza mancare, nel frattempo, di mietere altre illustri vittime). 
Così, l'ipotesi di Semmelweiss gli ha fatto guadagnare l'onore ad vitam nei libri di medicina ma - ironia della sorte - ai suoi tempi gli procurò l'allontanamento dall'ospedale, l'ostracismo del mondo medico e il ricovero in manicomio (1865) dove morirà a causa delle percosse subite...
...Nessuno è profeta a casa sua...

Questa favola è ovviamente una metafora per introdurre l'argomento di oggi: il lavoro del filosofo Alfred Korzybski (1879 - 1950).
Egli dimostra che gli esseri umani sono limitati nelle loro conoscenze a causa delle limitazioni (genetiche e strutturali) degli organi di senso e del sistema nervoso, nonchè dalla struttura stessa del linguaggio. 
Per Korzybski, il cui lavoro si basa su solide e indiscusse scoperte scientifiche, noi esseri umani non abbiamo un accesso diretto alla conoscenza della realtà, ma piuttosto accediamo a "percezioni limitate" e ad un insieme di "convinzioni e/o credenze" che la Società ha frainteso come "conoscenza diretta della realtà", dimostrando così che non esiste un qualcosa chiamato "esperienza oggettiva".  
Lo spiego meglio: non esiste un'unica "realtà oggettiva", ma tante "realtà soggettive".

Facciamo degli esempi partendo dalla scienza.
L'orecchio è capace di percepire onde sonore comprese tra i 20Hz e i 20KHz, ma la sua "struttura" (genetica, anatomica, eccetera) ci rende incapaci di percepire gli infrasuoni e gli ultrasuoni.


Ma ciò non vuol dire che infrasuoni e ultrasuoni "non esistono". Ci sono, esistono, ma giungono ad un organo di senso "incapace di trans-durre" questi segnali in sensazioni coscienti. (Per avere "prova" della loro esistenza usate un fischietto per cani, e vedete la loro reazione!).
Al di la dei limiti percettivi - anatomici e genetici - tutto ciò che danneggia l'orecchio o le vie nervose che portano il segnale al cervello o le zone del cervello che lo elaborano, può modificare la percezione che abbiamo di quel suono o limitare/cambiare/deformare ciò che udiamo.

E cosa, esattamente, ci permette di distinguere un suono che percepiamo piacevole da uno che percepiamo sgradevole? Semplice: interpretiamo il suono che ci arriva usando come "filtri accessori" (filtri di giudizio e critica) ciò che deriva dalle nostre esperienze personali e dal modo in cui siamo stati educati (etica, morale, religione, eccetera).  
Così, per me il jazz è gradevole ma per te è spazzatura, mentre per te il rap è poesia ma per me è cacofonico.


Un'altro esempio: gli stimoli luminosi percepibili dall'occhio umano sono solo una piccola porzione, in quanto il nostro spettro ottico è limitato ad alcune lunghezze d'onda (all'incirca tra 390 e 760 nm). Così, siamo incapaci di percepire infrarosso e ultravioletto.

Ma anche se siamo incapaci di vederle, non vuol dire che non esistono! Non possiamo mettere in dubbio la loro esistenza in quanto esistono apparecchiature elettroniche in grado di "trans-durre" un qualsiasi segnale da impercepibile a percepibile. 

Allo stesso modo, non possiamo sentire le onde radio a meno che non usiamo un "trans-duttore" (il ricevitore radiofonico), e lo stesso vale per il segnale che viene "trans-dotto" dal televisione. 
Ma non per questo crediamo che quelle onde - quei segnali impercepibili - non esistono ! Siete daccordo, no?

Così, per Korzybski, gli esseri umani sono incapaci di sperimentare il mondo direttamente; ci riescono esclusivamente attraverso astrazioni (impressioni non verbali che derivano dal sistema nervoso) e attraverso indicatori verbali derivati ed espressi dalla lingua parlata/scritta.
A queste limitazioni anatomiche e genetiche, però, dobbiamo aggiungere i "filtri accessori" che abbiamo menzionato.
Questi filtri sono funzione dei "centri di elaborazione" (funzioni cerebrali superiori) i quali hanno il compito di dare un significato alla vita mentre la viviamo. I centri cerebrali rispondono a "programmi" genetici di sopravvivenza e procreazione della specie (cervello UNO E TRINO); li potremmo metaforicamente indicare come gli "amministratori unici" del sistema.

Siccome le risorse cerebrali del "qui ed ora" (coscienza, consapevolezza) sono limitate, gli amministratori unici massimizzano l'esperienza che facciamo della vita generalizzando, cancellando o deformando ciò che ci succede.
Per esempio: tutti sappiamo cos'è una porta. Ne abbiamo viste ed incontrate nella nostra vita sin da quando eravamo piccoli. Ma non le abbiamo incontrate tutte.
Possiamo affermare che la nostra esperienza è stata limitata ad un numero discreto di porte, e queste sono state q. b. (quanto basta, come in cucina) per generalizzare il concetto di porta. 
Ora sappiamo cos'è e qual'è la funzione e siamo capaci di interagire sulle porte in maniera generalizzata. Ed è il motivo per cui i bimbi piccoli devono compulsivamente aprire tutte le porte al posto vostro (chi ha bimbi piccoli capisce :) ). 
Rendiamoci conto che di quel poco di "sensazioni" (imput sensoriali) che percepiamo, tutti subiscono uno di questi tre processi:
1) Generalizzazione
2) Cancellazione
3) Deformazione

... Valutate la relatività delle vostre realtà soggettive, in attesa della seconda parte...

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